3. GDPR in arrivo: i differenti approcci dei colossi del web: APPLE

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Mancano ormai pochissimi giorni all’entrata in vigore del Regolamento Europeo 679/2016 sulla protezione dei dati personali . Il prossimo 25 maggio, infatti, i giganti della rete, per evitare le imponenti sanzioni previste dal GDPR, dovranno dimostrare di aver adottato tutte le misure necessarie a rispettare gli standard di tutela dei dati personali dei propri utenti i posti dalla nuova normativa europea. Esaminiamo le modifiche alle impostazioni privacy Apple.

Privacy Apple: i dati personali degli utenti non sono in vendita

Tra i quattro colossi del web, comunemente riconosciuti con l’acronimo GAFA (Google-Apple-Facebook-Amazon), Apple appare, senza dubbio alcuno, il meno “preoccupato” in relazione all’imminente applicazione del GDPR.

Ciò in quanto, come argomentato dall’amministratore delegato Tim Cook in occasione dello scandalo Cambridge Analytica che ha colpito duramente Facebook, la Apple ha sempre considerato la privacy dei propri utenti un’assoluta priorità.

Sicuramente tutti ricorderanno il secco rifiuto dell’azienda statunitense alla richiesta avanzata dall’FBI di creare un sistema operativo in grado di creare un “accesso secondario” così da poter hackerare l’iPhone del killer responsabile della strage di San Bernardino.

In quell’occasione, con una lunga lettera, il CEO in persona si rifiutò di violare la privacy di un proprio utente (nonostante si trattasse di un pericoloso criminale) bypassando il codice di protezione del suo smartphone. La motivazione, che all’epoca del caso in questione suscitò non poco sdegno da parte dell’opinione pubblica americana, appare quanto mai attuale: “abbiamo paura che questa richiesta possa minare le libertà dei cittadini. Se questo software finisse nelle mani sbagliate, ogni iPhone al mondo non sarebbe più al sicuro” […]“Il governo chiede ad Apple di violare i nostri utenti e minare decenni di innovazioni nel campo della sicurezza. Innovazioni che proteggono i nostri clienti – tra cui decine di milioni di cittadini americani – da hacker e criminali informatici”.

Tali dichiarazioni sono espressione della scelta di fondo di Apple di assicurare che i dati personali dei propri utenti restino all’interno del loro dispositivo o, qualora condivisi nel cloud, vengano accuratamente crittografati al fine di impedire alla società stessa di poterli decifrare.

Che si tratti di una foto, di una richiesta a Siri o di indicazioni stradali, infatti, la società di Cupertino non vende le informazioni personali ad inserzionisti o altre aziende ed utilizza un sistema di privacy differenziale attraverso il quale i dati personali di ciascuno vengono riordinati in modo casuale e combinati con quelli di altri milioni di utenti in modo da tale da poter ricavare solo generiche informazioni (ad esempio sulle preferenze o sui consumi energetici) rendendo, invece, impossibile l’identificazione dei singoli interessati.

Anche le chiamate effettuate tramite FaceTime o i messaggi inviati con iMessage sono criptati ed i dati più sensibili come ad esempio le impronte digitali o facciali  utilizzate per l’identificazione del proprietario del dispositivo (cd. Touch ID e Face ID) sono protette da un apposito chip sito all’interno dello stesso chiamato Secure Enclave, che proibisce ad iOS ed a qualunque altra applicazione di accedervi.

In vista dell’arrivo del GDPR, inoltre, Apple ha fatto sapere di essere al lavoro per migliorare le informative sulle opzioni privacy Apple e per facilitare gli utenti nelle richieste di copia dei propri dati, correzione dei dati imprecisi, disattivazione o cancellazione definitiva del proprio account.

Con il nuovo aggiornamento software, infine, come evidenziato da un’apposita schermata intitolata “Dati e Privacy”, una nuova icona blu apparirà sul dispositivo ogni qualvolta “un app o una funzionalità di Apple richiede l’utilizzo informazioni personali” (come ad esempio gli acquisti sull’Apple Store).

Insomma, alla luce dell’investimento che Apple compie già da anni nel campo della privacy e della data protection se, come auspicabile, il GDPR riuscirà ad imporsi quale standard di tutela dei dati personali a livello non solo europeo, ma globale, la società californiana godrà, senza dubbio, di un grande vantaggio rispetto agli altri colossi della rete, in quanto, come affermato dall’azienda stessa: “ogni prodotto Apple è concepito per limitare al minimo la raccolta e l’utilizzo dei dati personali […] fornire trasparenza e controllo sulle informazioni”.

 

Lucrezia D’Avenia

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