STOP alle liquidazioni giudiziali irrisorie dei compensi legali

se sei un avvocato aiuta la classe forense sottoscrivendo la petizione

 

STOP alle liquidazioni giudiziali irrisorie dei compensi legali

STOP alle liquidazioni giudiziali indecenti dei compensi.

Denuncia al CSM ed al Ministro della Giustizia.

Per uscire dalla crisi economica e di valori che attanaglia la nostra professione, che ha compromesso la nostra dignità, la nostra indipendenza ed il nostro ruolo nella Società e ha fatto venire meno il rispetto nei nostri confronti da parte della magistratura e delle altre Istituzioni ed anche dei cittadini, c’è la necessità di un riconoscimento di un reddito adeguato.
Ed è per questo che il Comitato NO GRATIS ha iniziato da tempo a battersi per la tutela dei nostri compensi professionali, da un lato attaccando i bandi illegittimi e mortificanti pubblicati dai grandi committenti (ottenendo anche un’ordinanza storica dal Tar Napoli che, per la prima volta, ha riconosciuto in favore degli Avvocati la tutela ad un equo compenso) e, dall’altro, denunciando al Ministero della Giustizia ed alla Commissione Europea i ritardi dei pagamenti del Patrocinio a spese dello Stato e delle Difese d’ufficio.
Ed ora il Comitato NO GRATIS con una nuova iniziativa forte prepara una segnalazione al CSM per denunciare le vergognose liquidazioni in giudizio dei nostri compensi.
Deve essere chiaro: i giudici non possono liquidare le spese legali al di sotto di un minimo.
Lo prevede il Decreto del Ministero della Giustizia 8 marzo 2018, n. 37, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 96 del 26 aprile.
Il nuovo decreto, che si intitola "Regolamento recante modifiche al decreto 10 marzo 2014, n. 55, concernente la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense, ai sensi dell'articolo 13, comma 6, della legge 31 dicembre 2012, n. 247", apporta alcune modifiche di rilievo alla disciplina dei parametri forensi.
Secondo il decreto, infatti, il giudice tiene conto dei valori medi di cui alle tabelle allegate i quali, in applicazione dei parametri generali, possono essere aumentati di regola sino all'80 per cento o possono essere diminuiti in ogni caso non oltre il 50 per cento.
Pertanto, possiamo affermare che, ad oggi, bisogna rispettare le soglie numeriche minime, senza che ciò comporti alcuna violazione dei principi di libera concorrenza e della normativa europea.
E possiamo anche ritenere che le quantificazioni dei nostri compensi professionali in misura giusta ed equa non dovrebbero subire distinzioni tra liquidazioni giudiziali e determinazioni negoziali.
Purtroppo, la norma non è applicata ed i giudici continuano a liquidare le spese con piena discrezionalità, anche al di sotto del limite della decenza.
L'Osservatorio permanente del Comitato NO GRATIS ha, pertanto, deciso di affidare incarico all'Avv. Elio Errichiello di inviare una segnalazione-denuncia al CSM ed al Ministero della Giustizia affinché il diritto al legittimo compenso diventi effettivo, prima di tutto, per i giudici che liquidano in giudizio le nostre prestazioni professionali.

%%la tua firma%%

Condividi con i tuoi amici:

   

– mostra petizione
Ultime sottoscrizioni
10 Annamaria M. Gen 13, 2019
9 Caterina A. Gen 11, 2019
8 Sergio M. Gen 07, 2019
7 MARIA BEATRIUCE I. Gen 03, 2019
6 FRANCESCO T. Dic 28, 2018
5 umberto c. Dic 28, 2018
4 rosaria m. Dic 28, 2018
3 MICHELE S. Dic 21, 2018
2 Armando C. Dic 18, 2018
1 Roberta N. Dic 18, 2018
– visualizzare l’elenco delle firme
10 – Visualizza conteggio firma
0 – Visualizza obiettivo firma

 

L’Osservatorio permanente del Comitato NO GRATIS ha deciso di affidare incarico all’Avv. Elio Errichiellodi inviare una segnalazione-denuncia al CSM ed al Ministero della Giustizia affinché il diritto al legittimo compenso diventi effettivo, prima di tutto, per i giudici che liquidano in giudizio le nostre prestazioni professionali.

Per uscire dalla crisi economica e di valori che attanaglia la nostra professione, che ha compromesso la nostra dignità, la nostra indipendenza ed il nostro ruolo nella Società e ha fatto venire meno il rispetto nei nostri confronti da parte della magistratura e delle altre Istituzioni ed anche dei cittadini, c’è la necessità di un riconoscimento di un reddito adeguato.
Ed è per questo che il Comitato NO GRATIS ha iniziato da tempo a battersi per la tutela dei nostri compensi professionali, da un lato attaccando i bandi illegittimi e mortificanti pubblicati dai grandi committenti (ottenendo anche un’ordinanza storica dal Tar Napoli che, per la prima volta, ha riconosciuto in favore degli Avvocati la tutela ad un equo compenso) e, dall’altro, denunciando al Ministero della Giustizia ed alla Commissione Europea i ritardi dei pagamenti del Patrocinio a spese dello Stato e delle Difese d’ufficio.
Ed ora il Comitato NO GRATIS con una nuova iniziativa forte prepara una segnalazione al CSM per denunciare le vergognose liquidazioni in giudizio dei nostri compensi.
Deve essere chiaro a TUTTI: i giudici non possono liquidare le spese legali al di sotto di un minimo.
Lo prevede il Decreto del Ministero della Giustizia 8 marzo 2018, n. 37, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 96 del 26 aprile.
Il nuovo decreto, che si intitola “Regolamento recante modifiche al decreto 10 marzo 2014, n. 55, concernente la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense, ai sensi dell’articolo 13, comma 6, della legge 31 dicembre 2012, n. 247”, apporta alcune modifiche di rilievo alla disciplina dei parametri forensi.
Secondo il decreto, infatti, il giudice tiene conto dei valori medi di cui alle tabelle allegate i quali, in applicazione dei parametri generali, possono essere aumentati di regola sino all’80 per cento o possono essere diminuiti in ogni caso non oltre il 50 per cento.
Pertanto, possiamo affermare che, ad oggi, bisogna rispettare le soglie numeriche minime, senza che ciò comporti alcuna violazione dei principi di libera concorrenza e della normativa europea.
E possiamo anche ritenere che le quantificazioni dei nostri compensi professionali in misura giusta ed equa non dovrebbero subire distinzioni tra liquidazioni giudiziali e determinazioni negoziali.
Purtroppo, la norma non è applicata ed i giudici continuano a liquidare le spese con piena discrezionalità, anche al di sotto del limite della decenza.